Quando il genio schiude lingue
di fiamma dagli occhi su mondo,
la parola non l’estingue
dallo specchio il profondo
petto vigile e giocondo
farà fulmine il pensiero
nel riflesso bianco e nero,
ora splendido e inumano
(osserva l’immobile corte)
ora flebile e lontano,
oltre il cuore, oltre la sorte
oltre l’alito di morte.
Ora livida pedina,
Presto candida regina.
La destrezza va leggera
su nobili orme di inchiostro
nel riflesso di una schiera
nell’istante eterno e nostro
dallo specchio nostro e vostro.
La catena già si spezza
dove è Mossa la Bellezza.
Ma ogni mossa cela un prezzo.
Lo specchio non può aver mentito
al diamante ancora grezzo
dove il Genio è fiorito.
E gli dei, ammutoliti,
lanceranno la moneta…