Gli anni 80 rappresentano un decennio di cambiamenti per il mondo ed al contempo sono parte di una rivoluzione culturale ed artistica totale, la cui portata instillò novità anche nel fumetto. Molti autori si liberarono dagli obblighi della produzione mainstream, dedicandosi a varie realtà indipendenti e, tra questi, incisero il loro nome nella storia del fumetto indipendente dei ragazzi di origini messicane nati ad Oxnard nella California meridionale: i fratelli Hernanez.
Jaime e Gilbert concepirono un fumetto a metà tra il comic americano ed il realismo magico, forte influenza delle correnti letterarie latinoamericane del Novecento: Love & Rockets, pietra miliare dell’indie comic che continua la sua pubblicazione sin dal secolo passato.
La storia di questa fortunata serie si dipana in una lunga bibliografia, che narra le vicende travagliate delle locas: Maggie, Hope, Penny Century e Isabel e della comunità rurale di Palomar, cittadina immaginaria situata in un luogo imprecisato ai confini degli Stati Uniti.
Non è sorprendente, quindi, che la genesi di L&R – come viene chiamato – sia scaturita dai luoghi di infanzia degli Hernanez Bros..
Lo spagnolo latino era la lingua imperante nei quartieri dove Jaime e Gilbert sono cresciuti e veicolo per riconoscere la propria eredità: una cultura lontana nello spazio e nel tempo. Ma erano fantasmi di una gloria passata. La miseria, le povere condizioni di vita dei sobborghi facevano sì che molti giovani figli d’immigrati si volgessero al crimine, spesso con esiti tragici, come Love & Rockets stesso testimonia nel numero The Death of Speedy Ortiz. Jaime stesso affermò in un’intervista che Hoppers, luoghi importanti per l’economia narrativa dei fumetti, fosse il nome con cui le gang locali chiamavano i quartieri suddivise e ripartite tra di loro, altresì Barios.
Tra questi importanti luoghi d’ispirazione, si muovono personaggi che vanno oltre l’ordinario, che sbrecciano l’immagine con cui si presentano dalle prime pagine, in vista di una storia, un percorso lunghi un’intera vita.
Maggie non è solo una meccanica innamorata, Hope non è una semplice riot girl, Penny è molto più che una giovane ed aitante bionda e, infine, Isabel non rappresenta solo una donna matura troppo presa dal suo amore per la darkwave. Sono le Locas, ma sono fiere di esserlo.
Come nelle storie di Gilber ambientate nella cittadina di Palomar, Luba non è solo la madre di una tipica famiglia allargata latino-americana, Chelo non è una semplice banadora e Diana non è solo una ragazza di campagna. Sono donne e uomini di frontiera, ma non perdono la propria umanità.
Profondi legami uniscono questi personaggi tra loro e, con l’andare avanti di un’opera oramai decennale, gli stessi legami continuano a riallacciarsi, dissolversi, spezzarsi nei modi più variegati.
Nel grande collage, opera dei due fratelli che hanno tinto di magia e popolato di nuova vita i loro ricordi, troviamo queste anime vaganti come persone ordinarie, con i loro problemi di tutti i giorni sullo sfondo di un mondo straordinario con cui interagiscono costantemente, in armonia o disarmonia, che si risolve nella narrazione di quella che gli Hernanez chiamano un’epica latina; la vita di tutti i giorni si eleva a racconto quasi mitico, perché nonostante tutto, né negli Hoppers, né a Palomar i personaggi hanno mai dimenticato le loro radici.
Love & Rockets è soprattutto un grande testamento alla cultura dell’America Latina trapiantata negli Stati Uniti, alle sue donne forti, alla sua lenta, difficile integrazione negli U.S.A., fatta di alti e bassi e di razzismo, miseria e violenza di genere, nate dalla discriminazione tanto quanto dalla criminalità causata dalle precarie condizioni di vita.
Jaime e le sue Locas
Le storie di Jaime Hernanez, il fratello maggiore, seguono le vicende che segnano il percorso verso la maturità di un gruppo di adolescenti inbetweeners – latinoamericane – nella città fittizia di Huerta, ispirata alla città natale degli autori: Oxnard. La riconoscibilità di certi luoghi d’infanzia non esprime tuttavia un bisogno autobiografico, quanto un tentativo di mimesi; Jaime e Gilbert stessi riferiscono in un’intervista che la loro opera esula un tentativo di raccontarsi, ma cerca di raccontare la vita di tutti i giorni degli altri in luoghi riconoscibili da chi li ha potuti vivere in prima persona.
La comprensione della narrazione di Jaime Hernanez passa attraverso un’indagine sul concetto di donna latino-americana tra i settanta e gli ottanta. Nonostante alcune figure – come Firebird – fossero già conosciute nelle testate di comics dal successo commerciale affermato, il loro ruolo le relegava ad esser considerati personaggi secondari e dimenticabili. Per esempio, Firebird stessa appariva come una testa calda, prona alla rissa e con un corpo dalle curve pronunciate, rispecchiando nel corpo e nella psiche uno stereotipo.
Jaime – così come Hernanez – gioca e stravolge quella che il teorico del fumetto McCloud chiama “Iconic Figure”: una figura iconica vicina all’immaginazione categorica ed alle aspettative del lettore. Questa viene destrutturata dalle Locas, nel dimostrare una psicologia più complessa di quel che il lettore più ingenuo si aspetterebbe. Come immigrati di frontiera, anche le donne messicane erano costretta ad uniformarsi agli standard di una società estranea, in un periodo di grandi cambiamenti e di ugualmente grande intolleranza.
Suddetti cambiamenti e intolleranza sono parte della poetica degli Hernanez Bros, il cuore dell’innovazione da loro cercata nel creare un cast di personaggi variegati non solo nell’aspetto, ma nel modo di rapportarsi con il mondo e con gli altri.
Le loro storie si avvicendando ed intrecciano da ritratti della vita di tutti i giorni, per poi giungere ad universalità propria dell’ampio respiro proprio delle storie di L&R attraverso l’attento e istrionico storytelling e la riconoscibilità dei personaggi coinvolti.
The Death of Speedy Ortiz è il perfetto raccordo tra la profondità della narrazione di Love & Rockets e dei temi trattati nelle sue pagine. Il titolo stesso è il cuore della vicenda narrata: la morte di Speedy Ortiz, fratello di Isabel e fiamma amorosa di Maggie, perché invischiato in regolamenti di conti tra le gang del bario di Huerta. Il racconto mette al centro il rapporto tra le Locas e Speedy fino al giorno della sua morte, che lascia un segno nella vita di coloro che l’hanno conosciuto e amato nonostante il suo carattere malinconico e ribelle.
Nonostante il tratto caricaturale proprio del fumetto più scanzonato nelle reazioni dei personaggi, l’esperienza degli inbetweeners latino-americani è palpabile, colti nel fuoco incrociato dalle bande criminali dei loro stessi connazionali o parenti, rimanendone spesso vittime. The Death… ci accompagna con misurata e tremenda leggerezza alla finale agnizione: dei poliziotti trovano in una macchina il cadavere abbandonato di Speedy, che però non ci viene mai mostrato.
Il senso di vuoto, perdita che si ripercuoterà nei numeri seguenti è il centro della più matura tra le locas: Isabel Ortiz, le cui condizioni psicologiche peggioreranno nel corso dei numeri del fumetto, fino alla sua finale rinascita in How to kill a….
Ciononostante, Isabel rimane la più anziana ed il punto di riferimento per tutte le Locas; emblematica in un contesto di metanarrativa è inoltre che proprio a lei Jaime affidi la decisione di scrivere un libro su Huerta, le sue storie ed i suoi abitanti.
Un’altra curiosa, complessa figura partorita dalla penna di Jaime è la più voluttuosa e attraente tra le Locas: Penny Century, il cui vero nome è Beatrìz Garcia, cambiato dalla ragazza per seguire il sogno di diventare una supereroina, come dichiarato in Penny Century you’re fired!!
Penny è determinata nel raggiungere un obiettivo che esula la normalità, un obiettivo che lei persegue con tutte le sue forze, consapevole di ogni suo mezzo, soprattutto dell’ascendente esercitato sugli uomini. Il suo corpo piacente viene oggettificato sessualmente, ma la confidenza di Penny nella propria femminilità lo rende un mezzo per lei stessa; lo sfrutta per conquistare i superpoteri e, soprattutto la sua indipendenza, scardinando le convenzioni sociali che la imprigionano.
Penny Century si erge come la personalità più carismatica di Love & Rockets.
Infine, le ultime due locas sono le migliori amiche e amanti Hopey e Maggie.
Se Isabel ricorda la darkwave anni 80, Hopey ritrae il movimento punk nato da Sex Pistols e Ramones, tra i gruppi preferiti degli autori. Hope è rumorosa ed attaccabrighe, una riottosa punk girl che le vignette ritraggono spesso accerchiata da copertine di album pietre miliari del genere, o nell’atto di assistere a concerti di band hardcore punk.
Nonostante l’attitudine ribelle, Hopey ha un profondo affetto per altre Locas, in particolare nei confronti di Maggie; il rapporto tra le due protagoniste danza tra un’amicizia forte e un divertimento che sfocia nella tensione sessuale, che la riot girl affronta con ambiguità: non è chiaro quanto sia suo desiderio rompere le convenzioni e quanto possa provare sentimenti romantici per Maggie. Ciò che appare chiaro sono le radici profonde del suo comportamento, come mostrato in un flashback della sua migliore amica, che ricorda una Hope ancora più violenta ed aggressiva.
Tra un desiderio di distruzione ed un affetto che la ancora alla realtà, la sua supplica proprio verso Maggie nel numero Ghost of Hoppers: “I don’t know how to be anyone else!” assume un nuovo significato. Lei è la più ribelle del gruppo, ma è l’unica che non cambierà nella lunga storia di Love & Rockets, e questo per lei sarà benedizione e maledizione assieme, negandole la crescita che le altre Locas hanno conosciuto, ma assurge a ponte tra passato e presente, per il suo stesso autore e per Maggie.
Infine, Maggie è la protagonista indiscussa dell’opera di Jaime, il primo personaggio partorito dell’immaginazione dell’autore e colei con cui è cresciuto, ammettendo il desiderio di scrivere di una supereroina invischiata in faccende ordinarie e straordinarie in egual misura.
Maggie è presente sin dal primo numero, The Mechan-X, e sarà una presenza costante, anche quando la narrazione non si focalizza su di lei. La sua è una storia lunga letteralmente una vita: vivrà un amore adolescenziale ed incontrerà numerosi supereroi, passando per la sua esperienza di tirocinio che meccanica in un’isola perduta che pare tratta dalle pagine di un romanzo di Michael Crichton. Negli anni il suo corpo è stato disegnato in maniera diversa, una maniera che sarebbe suonata come una bestemmia nel mondo dei comics, i cui eroi rimanevano (e rimangono) per anni giovani: il corpo di Maggie cambia con l’età.
Come la studiosa Hillary Chute denota: “nelle narrazioni illustrate […] le immagini non illustrano mai il semplice testo, ma spesso situano il significato tra le differenti contenuti denotativi tra testo e immagine.” e noi, tramite il cambiamento di Maggie, distinguiamo tre diversi periodi della sua vita: adolescenza, crescita, maturità. Maggie, nel suo continuo cambiare che imita una vita vissuta attraverso i numeri di Love & Rockets, diventa il cuore della sua poetica. Come altri grandi pietre miliari del fumetto indipendente, fra tutte Ghost World e American Splendor, l’opera degli Hernanez è un’epica costruita sulla vita di persone straordinarie in un mondo ordinario, reso – ancora – straordinario dalle loro scelte di ogni giorno, che divengono imprese incredibili.
Palomar
Le storie di Gilbert, invece, non hanno un’ambientazione urbana; se le Locas di Jaime si muovevano in un memoriale dell’infanzia dei fratelli Hernanez, il maggiore ritrae un memoriale per la loro intera eredità latino-americana.
Il villaggio di Palomar si trova “da qualche parte presso i confini degli U.S.A.” e questa particolare e al contempo vaga indicazione permette all’autore di costruire un mondo extra-ordinario, in un contesto ordinario, in un processo analogo alle avventure delle Locas, come delle regole, delle logiche a lui proprie, perché sospeso tra realtà e finzione letteraria. L’inspirazione è chiaramente tratta da un immaginario nostalgico di una terra estratta dai desolati confini del “territory” della frontiera con tra Stati Uniti e Messico. La lingua di Palomar è principalmente lo spagnolo oltre l’inglese, che si avvicendano con naturalezza abbattendo le barriere linguistiche, seppur alcuni nativi del villaggio trovino l’inglese “quasi cinese”, come i giovani del villaggio.
L’idea di idillio latino-americano è fortemente suggerita dalla narrazione delle didascalie, in particolare nelle storie più importanti: Chelo’s Burden e Heartbreak Soup. La presenza di un narratore onnisciente è volta a costruire una sorta di favola latino-americana, sospendendo le vicissitudini illustrate fuori dal tempo e dallo spazio, per sempre immortalate nelle terre di Palomar, attraverso le storie di tutti i giorni come Whispering Tree o The Mysterious Wen.
La concezione del villaggio di Palomar come una Arcadia latina, abitata da una magia ancestrale che serpeggia attorno, è ripresa in storie come An American in Palomar, dove il fotografo Howard Miller è scacciato dalla voce degli abitanti attraverso un antico monolite o in A little Story dove la giovane Pipo sostiene che una forza invisibile l’abbia spinta giù da una gigantesca statua. Il realismo magico è uno dei temi principali dell’opera di Gilbert ed un topos importante nell’universo narrativo di Palomar.
Opposta, si erge la città di San Fidea, dove gli abitanti delle comunità rurali si recano per festeggiare o andare in discoteca. L’unico paesaggio urbano che appare nel mondo di Gilbert è altrettanto un luogo di finzione e si oppone al mondo rurale di Palomar con le sue tentazioni, spalancandosi per i suoi personaggi come un abisso di perdizione. Luba si dimenticherà della sua famiglia, in un’uscita con un certo Archie per ballare tutta la notte, i giovani di Palomar divengono – di fronte a quell’estranea opulenza – insoddisfatti e la rabbia cresce in loro, una rabbia atavica che faticano a comprendere, come quella del giovane Israel, giovane contadino che scopre la grande città.
Così come non è facile per coloro che vengono da Palomar comprendere l’esterno, è altrettanto arduo comprendere Palomar per chi non vi è nato e non appartiene a quel mondo.
Il sopracitato Howard Miller fallisce nel comprendere lo spirito del villaggio, credendo che li avrebbe salvati dalla povertà e la miseria documentandola, indugiando su questa idea fino a cercare di rendere di loro un’immagine quasi selvaggia, inumana. Miller si ritrova a fare i conti con una situazione ben diversa: pensava che la sua missione avrebbe incontrato l’approvazione degli abitanti di Palomar e, soprattutto, non immaginava che le loro personalità, così variegate, l’avrebbe avvinto.
Si innamorerà di Diana – la ragazza più veloce sul pianeta – che rifiuterà il suo corteggiamento quando comprenderà la verità dietro i suoi atteggiamenti accomodanti.
Luba, per il medesimo motivo, gli chiederà se li ha “presi per un Freak Show”, prima di scacciarlo da casa sua.
Luba e Chelo sono le due figure più importanti della narrazione di Gilbert e sebbene dapprima nasca una rivalità tra loro, diverranno presto alleate.
Chelo è la personalità di spicco di Palomar; discendente dei fondatori del villaggio stesso, ma incapace di dar luce ad alcun figlio per le percosse del padre in gioventù.
Lei è la figura materna per maggior parte dei giovani di Palomar, aiuta le giovani incinta come ostetrica e si occupa di fornire servizi igienici in quanto banadora.
Ma c’è un altro lato di Chelo: lei è lo sceriffo di Palomar, una carica che ha ottenuto soggiogando il suo violento predecessore in Heartbreak Soup e non sarà l’unica dimostrazione di forza di Chelo, che parteciperà a risse, inseguimenti e sparatorie in qualità di tutrice della legge.
La seconda importante figura femminile di Gilbert è Luba, una girovaga che si ha trovato dimora a Palomar con i suoi cinque figli ed il cugino. Luba è simile a Chelo, nella determinazione con cui affronta la vita e nella preoccupazione per coloro che vede come sua responsabilità, che porta le due figure dapprima ad uno scontro, benché complementari, perché ciò che Luba non possiede di Chelo – la sua posizione di potere e la sua abilità nel combattere – lo recupera nella fierezza con cui porta avanti la sua maternità e protegge i suoi figli. Così come la Loca Penny Century, Luba scardina il concetto di donna oggettificata sensualmente e di “Iconic Figure”. Lei possiede un corpo curvaceo e piacente, ma che non sfoggia mai; la maggior parte delle sue vignette la ritraggono mentre accudisce i suoi figli o persegue i suoi progetti, come il primo cinema di Palomar da lei diretto.
Luba, instancabile lavoratrice, diventerà il sindaco di Palomar e la governerà con Chelo, coronando il suo percorso di emancipazione in un luogo che potrà chiamare casa.
Conclusioni
I fratelli Hernanez hanno creato un capolavoro unico nel suo genere. I suoi personaggi sono ancora figure carismatiche in grado di ispirare a prescindere dal loro sesso, con le loro storie, gioie e sconforto, che si allaccia al lettore degli anni Ottanta come del giorno d’oggi tra stravaganze e ordinarietà. Sia l’attraversamento dell’adolescenza o la vita rurale di un villaggio latino-americano, la narrazione di Love & Rockets scardina i limiti del tempo. Maggie, Hope, Luba, Chelo e così via non hanno superpoteri o qualità oltre l’umano; sono donne in grado di reggere l’urto dei tempi e della società, portando ugualmente alta l’eredità della loro etnia.
Negli anni Ottanta Love n Rockets mette semplici donne, senza superpoteri o qualità oltre l’umano, come protagoniste delle proprie storie era già una scelta innovativa.
L’epos di ogni giorno degli Hernanez Bros. li pone al centro tra American Splendor e Blade Runner e Jurassic Park.