Sono null’altro che tenebra e sole,
amico mio, dove solo le onde,
osano. Non conosco le parole
degli dei, ma ora che profonde
le Ultime Acque a te schiuderanno
tutti i flutti, ricordami, compagno
dell’impossibile! Delle battaglie
che disegnarono il mondo, del cielo
sfiorato dalla cuspide levata
dalla sarissa.
La mortale quiete
sarà null’altro che tenebra e sole
amico mio: il miglio che miete
l’ultima carica, la nuova prole
la cui prodezza insanguina il mare
e il cielo fra la Persia, oltre l’Ellade
come un cremisi scrigno proibito
dalle muse che vestono lo scudo
e proteggono ciò che non potremo
mai conquistare.
Il mio migliore
amico giace, fra tenebra e sole
e si arrovella un feroce lucore
fra gli orizzonti, un ignoto Sole.
L’ho ammirato, assiso sul suo collo,
come Diana amministra la giustizia.
Poi rovinammo, sì come Titani
all’alba divina. Ma per te, amico,
nessuno avrà un rimprovero immortale.